Un patrimonio a rischio nel cuore
dell'Africa
Shanga Trinational Park, Repubblica Centroafricana


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Il Parco transfrontaliero Shanga Trinational, istituito a cavallo tra Camerun, Repubblica Centrafricana e Congo, è diventato patrimonio dell'Umanità nel 2012. Ma le buone notizie, purtroppo, finiscono qui. Pace e conservazione della natura. Due concetti che sembrano distanti e che invece sono strettamente correlati, specie in quei luoghi del pianeta dove la storia del colonialismo europeo ha fatto molti danni, a uomini e animali. Da Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, arrivano ogni giorno drammatiche notizie di un'ondata di violenze senza precedenti, riacutizzatesi dopo le dimissioni del presidente Michel Djotodia

Proviamo a raccontare una storia a cui i grandi media internazionali hanno dedicato solo poche righe, quella dell'uccisione di una trentina di elefanti, in un luogo lontano, attraverso le parole di Angelique Todd direttrice scientifica del progetto di conservazione del Gorilla di pianura. Guardateli bene: alcuni di questi rari esemplari di elefante di foresta forse oggi non ci sono più... ... leggi tutto

Fanno da sfondo alla nostra narrazione i grandi drammatici conflitti politici, economici, etnici, religiosi che caratterizzano da molti anni questa zona del mondo. Ma, come accade spesso, è nelle piccole storie che si nasconde il senso delle cose: viviamo tutti sulla stesso pianeta, uomini e animali, e le conseguenze dei conflitti colpiscono soprattutto gli esseri più incolpevoli e fragili.

Lo Sangha Trinational Park, situato nel bacino nordoccidentale del fiume Congo, è un parco transfrontaliero tra Camerun, Repubblica Centrafricana e Congo. Poco più di un anno fa è entrato a far parte dei siti Patrimonio dell'Umanità, ma le buone notizie purtroppo finiscono qui...

In questa intervista Angelique Todd ci racconta la fuga concitata nei giorni dell'attacco; i rischi che ancora oggi corre il parco e il suo inestimabile patrimonio naturale, anni di lavoro appassionato sul spazzati via in un attimo; l'ansia per i compagni di lavoro rimasti sul campo; la speranza di poter tornare presto alla sua amata baia, per raccogliere insieme alle popolazioni locali la difficile sfida per la pace e la conservazione della natura.

L'intervista ad Angelique Todd (dicembre 2013)

È passato ormai un anno da quel 24 marzo del 2013, quando Angelique Todd - responsabile del progetto del WWF sull'abituazione alla presenza umana dei gorilla di pianura - e sua figlia Poppy furono interrotte nel bel mezzo di una tranquilla gita domenicale. Un messaggio urgente le informava del pericolo: "We are evacuating! The boat leaves at 4pm." Da allora la vita della biologa e quella dell'intera riserva di Dzanga non è più stata la stessa.

Puoi raccontarci brevemente cosa è accaduto il 24 marzo del 2013 a Dzangha Shanga?

"Quel giorno, dopo la fuga del presidente, i ribelli hanno occupato la capitale Bangui. Nel pomeriggio siamo stati informati che i militari erano sulla strada per Bayanga (remoto villaggio a 300 miglia dalla Capitale) e che saremo stati evacuati. Abbiamo viaggiato in barca guidati dalla luce della luna per arrivare 5 ore dopo a Bomassa (il remoto villaggio a 300 miglia dalla Capitale dove Angelique vive e lavora ndr), campo base del nostro partner WSC.

A poche ora dalla nostra partenza, subito a nord della riserva , sono arrivate le milizie dell'ex-presidente. I militari hanno occupato uno dei palazzi presidenziali trasformandolo nel loro quartier generale. Da allora la zona è stata oggetto di numerosi saccheggi e da nord si sono infiltrati nella riserva bracconieri pesantemente armati . Il 6 maggio i bracconieri hanno massacrato 26 elefanti di foresta".

Qual è la situazione attuale? Siete in contatto con il personale di campo?

"Siamo in contatto quotidianamente con lo staff della DSPA (Dzanga Sangha Protected Areas). C'è ancora personale WWF che opera nella zona; anche il "Gorilla Camp" è costantemente presidiato. Stiamo cercando di dare continuità al lavoro nella riserva e alle operazioni indispensabili: continuiamo a pagare i salari degli operatori locali, monitoriamo gli elefanti e seguiamo i gorilla di pianura. C'è anche un team che si occupa della sicurezza che sta supportando le guardie anti bracconaggio".

Quali sono le notizie che arrivano dalla zona?

"Ci sono Seleka (i ribelli armati di "alliance CPSK-CPJP" che hanno rovesciato l'ex presidente nel marzo 2013. CPSK-CPJP è stato ufficialmente sciolto da Djotodia a settembre 2013 ndr) a Bayanga e a Nola. I Sudanesi sono ancora nel Paese e recentemente è giunta notizia dell'uccisione di altri elefanti uccisi a Ngotto a nord-est di DSPA. La minaccia agli elefanti continua, purtroppo".

Pensi di tornare a Dzanga?

"Non appena la situazione del paese si sarà stabilizzata e la zona sarà dichiarata più sicura l'intero staff riprenderà la propria attività. Sebbene al momento non arrivino notizie di violenze a Bayanga, i fatti recentemente accaduti a Bangui dimostrano che la situazione è ancora fuori controllo. Non è possibile quindi fare previsioni. La mia poi è una situazione particolare visto che ho una bambina piccola".

Puoi spiegarci in cosa consistono i tuoi studi sui Gorilla di Pianura a DSPA?

"Il "Primate Habituation Programme" mira ad abituare i gorilla alla presenza di turisti e ricercatori. Noi seguiamo quotidianamente i gorilla e ciò ci ha permesso di raccogliere la più ricca mole di dati esistente al mondo sull'argomento. Abbiamo un flusso costante di ricercatori che collabora con il nostro progetto, i cui ambiti vanno dall'ecologia, alle studio delle malattie fino all'impatto del turismo. La mia attività si è concentrata sulla ricerca di un metodo più efficiente per censire i Gorilla e sui fattori che ne influenzano la distribuzione : il cibo, la disponibilità di habitat e le interazioni intraspecifiche con animali simpatetici come ad esempio gli elefanti di foresta".

Cosa ha Dzanga Shanga di tanto speciale da essere stata nominata sito Patrimonio dell'Umanità?

"Dzanga-Ndoki National Park è un parco transfrontaliero che si affianca ai parchi confinanti di Congo e Camerum di cui include le zone cuscinetto. È stato nominato sito patrimonio dell'Unesco nel 2012. La tutela di questo territorio è di vitale importanza per la sua straordinaria ricchezza in biodiversità. Ospita un elevato numero di "specie chiave" a rischio di estinzione: gorilla occidentali di pianura, elefanti di foresta, scimpanzé e numerose altre specie. Per me la foresta è magica, non c'è posto al mondo come Dzanga Bai. Qui abbiamo raccolto una quantità enorme di informazioni sul gorilla di pianura occidentale. Voglio, infine, ricordare i BaAka: un popolo di raccoglitori-cacciatori dalle straordinarie competenze da cui impariamo ogni giorno. Grazie alla loro conoscenza possiamo seguire gli animali e muoverci in sicurezza nella foresta".

Come vedi il futuro di Dangha shanga?

"Al di là del caos attuale rimango ottimista. Il WWF è attivo nell'area da oltre 30 anni e non intendiamo certamente mollare ora. Senza la presenza dell'associazione e dei suoi partner s, probabilmente la biodiversità sarebbe andata perduta per sempre".

(pubblicato sul sito del National Geographic Italia a di marzo 2014)